Il 14 giugno 2023, è stato approvato dal Parlamento Europeo il primo testo di legge per la regolamentazione dell'uso delle intelligenze artificiali. Ci si chiede se tale provvedimento incrementi realmente la nostra sicurezza e quale sia il reale pericolo rappresentato dalle IA. Queste questioni meritano un'attenta analisi. Il Regolamento, pur essendo animato da lodevoli intenzioni, sembra aver oltrepassato il suo scopo, trasformandosi in un onere burocratico che potrebbe ostacolare l'uso e lo sviluppo delle intelligenze artificiali in Europa, mentre il resto del mondo avrà la possibilità di sfruttare pienamente queste tecnologie. In assenza di un regolamento globale, tale provvedimento rischia di rappresentare unicamente un auto-sabotaggio dell'economia europea.

Con una considerevole maggioranza di 499 voti favorevoli, rispetto ai 28 contrari e ai 93 astenuti, il regolamento è stato ratificato. Questo rappresenta un evento senza precedenti, essendo la prima regolamentazione di tale natura a livello globale. Per raggiungere lo stato di operatività, la normativa dovrà ora essere sottoposta al cosiddetto “trilogo”, ovvero i negoziati tripartiti con il Consiglio, che rappresenta i governi dei Paesi membri, e con la Commissione europea entro un anno, la durata rimanente della legislatura, altrimenti tutto da rifare.

Quale è il vero pericolo delle IA

La posizione Francese sul AI ACT

Il regolamento è stato accolto principalmente da toni euforici, come se ora non ci fosse più il rischio di estinzione dell'umanità a causa di un'IA impazzita. Tra le voci fuori dal coro, che analizzano la questione in modo razionale, la Francia è una delle poche.

Durante la conferenza Vivatech di Parigi, è stato espresso da Emmanuel Macron, presidente della Repubblica francese, insieme a Bruno Le Maire, ministro delle finanze francese, e Jeannoel Barrot, ministro del digitale, il desiderio di una regolamentazione globale sull'intelligenza artificiale. È stato assunto un atteggiamento favorevole alla regolamentazione dell'intelligenza artificiale dalla Francia, ma è stata espressa preoccupazione per il fatto che la legge dell'UE sull'intelligenza artificiale sia andata oltre nel dettaglio.

È stato affermato dalla Francia che il Parlamento europeo ha cercato di risolvere troppi problemi contemporaneamente con l'AI Act. È in corso una spinta per regolamenti su scala globale da parte della Francia, che vede gli Stati Uniti come un alleato chiave.

La posizione Francese riassume perfettamente il problema del AI ACT, ovvero che rallenterà lo sviluppo in Europa, mentre il resto del mondo non stara ad aspettarci. Si è voluto nella pratica mettere troppa carne al fuoco

Quale è il vero pericolo delle IA

Spesso ci ritroviamo a immaginare scenari da film di fantascienza in cui le macchine acquisiscono una consapevolezza di sé e decidono che l'umanità deve essere eliminata. Tuttavia, nonostante la loro natura rivoluzionaria, queste intelligenze artificiali non possiedono una vera e propria autocoscienza. Un termine più preciso per descriverle, preso in prestito dal mondo della fantascienza (specificamente dal videogioco Mass Effect), sarebbe "intelligenze virtuali".

Quindi il pericolo reale che l'intelligenza artificiale presenta non risiede nell'idea spesso drammatizzata che le macchine possano acquisire una coscienza autonoma e decidano di sterminare l'umanità. Questo scenario, pur essendo un tema popolare nella fantascienza, è lontano dalla realtà pratica e immediata dell'IA. Il vero pericolo, molto più concreto e attuale, è rappresentato dal divario digitale che si sta creando tra i paesi che hanno la capacità di sviluppare e utilizzare l'intelligenza artificiale e quelli che non ne hanno la possibilità. Questo divario non è solo tecnologico, ma si riflette anche in termini economici, sociali e politici.

I paesi che possono sviluppare e utilizzare l'IA hanno la possibilità di progredire rapidamente in vari settori, come la medicina, l'istruzione, l'industria e l'economia in generale. Questo progresso può portare a un aumento della ricchezza, dell'efficienza e della qualità della vita per i loro cittadini.

D'altra parte, i paesi che non possono sviluppare o utilizzare l'IA rischiano di rimanere indietro. Senza l'accesso a queste tecnologie avanzate, potrebbero trovarsi in una posizione di svantaggio in termini di sviluppo economico e sociale. Potrebbero anche diventare dipendenti dai paesi tecnologicamente avanzati per l'accesso a servizi e prodotti basati sull'IA, creando una sorta di dipendenza tecnologica.

Inoltre, il divario digitale può portare a disuguaglianze sociali all'interno dei paesi stessi. Le persone che hanno accesso all'IA e le competenze per utilizzarla possono avere più opportunità rispetto a quelle che non lo fanno. Questo può portare a disuguaglianze in termini di reddito, occupazione e accesso ai servizi.

In sintesi, il vero pericolo dell'intelligenza artificiale è che, se non gestita correttamente, può contribuire a creare e amplificare disuguaglianze sia tra i paesi che all'interno di essi.

Conclusione

La mia opinione è che il regolamento europeo sulle intelligenze artificiali sia dannoso per l'economia e lo sviluppo dell'Europa. Questo perché risponde a pericoli che, al momento, non esistono e ci porta a commettere quello che potrebbe essere l'errore più grave della nostra storia.

La regolamentazione dell'intelligenza artificiale è un passo necessario per garantire la sicurezza e l'equità nell'era digitale. Tuttavia, è fondamentale che queste regole non ostacolino l'innovazione o creino un divario digitale ancora più ampio. Mentre l'Europa si muove con cautela, il resto del mondo non si ferma. Dobbiamo quindi trovare un equilibrio tra la necessità di regolamentare e la necessità di innovare. Il vero pericolo non è un'IA impazzita, ma un mondo in cui solo pochi possono beneficiare delle incredibili opportunità offerte dall'intelligenza artificiale. Dobbiamo lavorare insieme per garantire che l'IA sia uno strumento di progresso per tutti, non solo per una ristretta élite. In questo senso, la regolamentazione dovrebbe essere vista non come un ostacolo, ma come un mezzo per garantire un futuro digitale equo e sicuro per tutti.

Fonti e riferimenti per approfondire:

Autore: Loris Modena

Loris Modena

SENIOR DEVELOPER

Loris Modena titolare di Arte e Informatica, inizia a lavorare nel settore informatico nel 1989 quale sistemista addetto alla manutenzione e installazione di sistemi informatici. Inizia a programmare per il web nel 1997 occupandosi di programmazione CGI in PERL e successivamente passando alla programmazione in PHP e JavaScript. In questo periodo si avvicina al mondo Open source e alla gestione di server Linux. 

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