Le misure sanzionatorie applicate dall'Autorità Garante per la Concorrenza e il Mercato, in violazione dell'art. 62 del Codice del Consumo, ha posto una serie di interrogativi, sia da parte dei clienti, sia in capo agli studiosi della materia. Il punto di partenza è che, nel 2016, l'AGCM aveva sanzionato due compagnie aeree, la Norvegian Airlines e la Blue Air, per aver contravvenuto alle regole della Direttiva Europea e aver applicato un sovrapprezzo alle transazioni effettuate con mezzi diversi dalla carta di credito.
L'importo delle sanzioni, molto pesanti, era stato quantificato rispettivamente in 250 mila e 300 mila euro. Successivamente, nel 2017, l'Autorità aveva emesso altri provvedimenti nei confronti di 5 società distributrici di energia elettrica, che stabilivano un sovrapprezzo compreso tra 1 e 4 euro per il pagamento delle bollette in contanti, invece dell'addebito ricorrente sul conto corrente bancario.
La chiara violazione dell'art. 62 del Codice del Consumo, nel nostro Paese, aveva portato una folta schiera di clienti a esultare per questa decisione, ritenuta doverosa dopo un periodo di forte incertezza e frustrazione. L'Antitrust, infatti, non aveva avallato l'applicazione di una maggiorazione delle tariffe per la modalità di pagamento in contrassegno delle fatture, ma aveva ipotizzato la possibilità di uno sconto per il saldo tramite RID bancario e pagamento mediante carte di credito.
D'altra parte, questa decisione ha scatenato anche sconcerto e tante polemiche. Innanzitutto, secondo alcuni economisti ed esperti delle transazioni internazionali e online, il pagamento in contrassegno non rientrerebbe nella categoria propria degli strumenti di pagamento. Ne deriverebbe, di conseguenza, che in tal caso non è possibile applicare l'art. 62 del Codice del Consumo.
Il risultato di queste divergenze interpretative è che, poiché l'Autorità Garante per la Concorrenza e il Mercato rimane, a tutt'oggi, l'organismo incaricato del controllo delle tariffe applicate dalle aziende nei confronti dei consumatori finali, potrebbero essere aumentati i costi di beni e servizi da alcuni operatori, laddove sia prevista la possibilità di pagare in contrassegno.
Un modo per ovviare a tale situazione, davvero molto spiacevole, è affidato alla competenza e all'imprenditorialità trasparente dei rivenditori, che sono chiamati a fare un passo indietro e a concordare con gli spedizionieri tariffe più convenienti, per abbattere i costi legati ai servizi di consegna e disporre di un margine più ampio nei casi in cui il cliente desideri saldare la somma dovuta in contanti, direttamente al corriere.
Ad oggi, infatti, le tariffe dei vettori sono talmente diversificate e gli operatori nel settore così numerosi, che una sana politica di concorrenza potrebbe portare i venditori online a valutare con attenzione le migliori tariffe disponibili sul mercato, per aumentare i propri guadagni, evitando però di caricare sovrapprezzi sul cliente finale.