Da quando Facebook ha cambiato nome in Meta e Mark Zuckerberg ha mostrato alcuni esempi dello spazio virtuale, è stato un fiorire di interesse nel metaverso. Non passa giorno da quel 28 ottobre, che non si legga qualche articolo di come qualcuno abbia guadagnato cifre spropositate vendendo proprietà virtuali o aprendo attività nel metaverso.

Come accedere dunque al metaverso? La risposta è non si può, non esiste ancora questo spazio virtuale e forse non esiterà per molto, molto tempo ancora. E allora cosa vendono? Nulla di concreto, come la vendita di lotti di proprietà sulla Luna.

Il problema è che malgrado il rinnovato interesse, l’accesso alla realtà virtuale richiede l’uso di dispositivi quali Oculus, che non riescono ad attrarre l’interesse, e non per una questione di costi, ma per un problema di usabilità e comfort. “La prospettiva di passare molto tempo indossando un visore pesante e fastidioso, muovendosi in un ambiente virtuale con controlli poco naturali, è tutt’altro che allettante per utenti non molto motivati”.  Come scrive Dario Orlandi su PC Professionale (dicembre 2021 pag. 37).

Non è nemmeno una novità, la realtà virtuale ritorna con cadenza regolare, possiamo citare modi virtuali quali Second Live, Mmorp e Mud. Mondi virtuali dove è la componente ludica a farla da padrone.

Nella realtà Facebook non attira più i teenager, la perdita negli ultimi due anni è stata del 13% (fonte: Facebook file). C’è chi vede, come riporta l’articolo di PC Professionale, in questi annunci da parte della multinazionale, un tentativo di distogliere l’attenzione dagli scandali e dai problemi della piattaforma social.

È un’idea superata che non reggerà alla reale novità che ci attende nel futuro: la Realtà Aumentata.

La realtà è che il metaverso non esiste, nemmeno come prototipo e non esisterà nell’immediato futuro, i problemi della realtà virtuale non saranno risolti nel corso di questo decennio e probabilmente nemmeno nel successivo. Non ultimo per quanto la realtà virtuale sia un tema trattato anche nella fantascienza, non è il futuro.

Differenza tra Realtà Virtuale (Metaverso) e Realtà Aumentata

Realtà Aumentata

Mentre la realtà virtuale o metaverso, punta a farci passare parte della nostra vita in uno spazio virtuale, la realtà aumentata (abbreviata AR), punta all’esatto opposto, arricchire l’esperienza sensoriale umana, mediante informazioni generate elettronicamente. Al contrario della realtà virtuale dove le applicazioni attuali sono ludiche, la realtà aumentata, ad oggi, le prime applicazioni sono in ambito professionale e presto grazie alle connessioni 5G e l’introduzione dell’IoT (Internet delle cose), si prepara a portare a una vera rivoluzione tecnologica e sociale che non si vede dall’introduzione del WEB nel 1990.

Mentre il metaverso punta a estraniarci dalla realtà, l’AR punta a farci vivere in un mondo espanso e maggiormente inclusivo.

Il problema principale è proprio l’alienazione dal mondo esterno che ci circonda, non è un problema superabile, già oggi molti di noi faticano a usare le cuffie, in quanto ci impediscono di sentire ciò che accade attorno a noi. Se nell’ambiente sono presenti persone che conosciamo e con le quali ci relazioniamo la difficoltà psicologica di isolarci diviene ancora più forte. La realtà virtuale per raggiungere il massimo coinvolgimento deve scollegare tutti i nostri sensi dalla realtà dove ci troviamo, farci sentire al cento per cento, in un altro luogo, in un altro corpo. Questo creerà ansia, paure e un senso di smarrimento, al contrario l’AR punta all’estremo opposto.

Con la realtà aumentata sarà possibile un domani mentre si è in visita in un paese straniero, recepire informazioni turistiche e curiosità nella nostra lingua e traduzioni in tempo reale, superando uno dei limiti maggiori della comunicazione  attuale: le differenze linguistiche e culturali. Non sono da meno le possibilità professionali attraverso dispositivi indossabili e meno masochistici di quelli della realtà virtuale, potremo ricevere o impartire istruzioni da remoto per far fronte a un’emergenza nel modo corretto. Il futuro non sarà l’alienazione dalla realtà, ma la fusione del mondo digitale con quello analogico.

È vero, progetti come i Google Glass sono falliti, non per mancato interesse ma per un problema tecnologico. Di recente pure Ray-Ban e Luxottica hanno lanciato sul mercato occhiali smart, che non presentano sufficienti funzioni per farci vivere nell’AR, ma sono un piccolo e timido passo verso il futuro che ci aspetta.

Il metaverso potrà un giorno esistere? Si, ma come luoghi di svago, il plurale non è casuale, esisteranno più mondi virtuali dove ci si potrà divertire e praticare pure qualche eSport. Resterà comunque vincolato alla sfera ludica, forse qualche applicazione professionale nel mondo delle simulazioni, ma nulla di più.

Autore: Loris Modena

Loris Modena

SENIOR DEVELOPER

Per Ind Loris Modena titolare di Arte e Informatica, inizia a lavorare nel settore informatico nel 1989 quale sistemista addetto alla manutenzione e installazione di sistemi informatici. Inizia a programmare per il web nel 1997 occupandosi di programmazione CGI in PERL e successivamente passando alla programmazione in PHP e JavaScript. In questo periodo si avvicina al mondo Open source e alla gestione di server Linux. 

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