Quando si decide di vendere online, è importante capire se il target al quale ci si riferisce è composto da consumatori oppure da professionisti. Non solo, infatti, le tecniche di vendita sono differenti ma lo sono anche i termini legali che regolamentano questa attività. Come si fa a capire se il proprio cliente finale appartiene ad una tipologia piuttosto che ad un'altra? Ecco quello che c'è da sapere sull'argomento.

Differenza fra consumatori e professionisti

Comprendere la differenza fra consumatore e professionista è molto importante perché, in base al tipo di cliente di cui si soddisfano le esigenze, cambiano i termini legali che sono validi per i propri contratti. Ecco perché la distinzione fra queste due realtà deve essere ben evidente.

Con la parola consumatore si intende un cliente che acquista un bene oppure un servizio per uso esclusivamente personale:ad esempio una persona che acquista un paio di scarpe da ginnastica per uso personale.

Con il termine professionista, invece, si intende qualcuno che acquista un bene o un servizio per uso lavorativo: l'esempio più calzante è il commercialista che acquista un pc per il lavoro. Un professionista, ovviamente, può acquistare anche beni o servizi per un uso che esula dall'ambito professionale ma in questo caso deve essere considerato un semplice consumatore. Come si evince da questa breve spiegazione, quindi, la differenza fra questi due target di riferimento è notevole, così come lo sono le tutele che proteggono le categorie di consumatori.

Come riconoscere il tuo target di riferimento

Se l'ambito nel quale si svolge l'acquisto è l'online, può essere molto difficile riuscire a capire se il cliente con il quale ci si trova ad interagire è di tipo professionale oppure no. Un avvocato, ad esempio, potrebbe acquistare delle sedie per il suo appartamento ma lo stesso acquisto potrebbe essere fatto anche per lo studio professionale, e in questo caso celerebbe un intento lavorativo. Come fare, allora, a muoversi in questo panorama? Un valido aiuto può essere quello dell'indicazione della partita iva. Di solito, infatti, i clienti che intendono acquistare per un uso professionale utilizzano proprio questo codice identificativo per ricevere fattura per l'acquisto effettuato, così da poterlo scaricare dalle tasse. Quando questa indicazione non c'è, allora probabilmente l'acquisto viene effettuato come consumatore privato. La distinzione è fondamentale perché, di volta in volta, in base al tipo di cliente che si soddisfa, vanno scelti i termini e le condizioni che devono essere applicati più nello specifico.

Le normative applicabili

Quando si parla di consumatore privato si fa riferimento alla modalità di vendita B2C (business to consumer) mentre nel caso di professionisti la vendita è B2B (business to business): nel B2C si applicano le regole del Codice del Consumo mentre nel secondo caso si fa riferimento, invece, al Codice Civile. Questa che può sembrare una minuzia, in realtà è una differenza di fondamentale importanza perché le norme che solo valide nell'uno o nell'altro caso sono davvero diverse. Un primo campo di applicazione nel quale la differenza si evince chiara è quello del diritto di recesso: questa possibilità è applicabile esclusivamente nel caso in cui il cliente sia un consumatore, mentre non è attivo con i professionisti. Molti e-commerce, invece, ignorano questa differenza e offrono il rimborso totale anche a quei professionisti che acquistano per uso lavorativo e che, di conseguenza, non ne avrebbero diritto. Anche la cosiddetta garanzia legale è un beneficio che si applica solo nei confronti dei consumatori e non dei professionisti e che è regolato dall'articolo 128 del Codice del Consumo. Per i professionisti, invece, per trovare qualcosa di simile si deve fare riferimento alla garanzia disciplinata dal Codice Civile.

La differenza del foro di competenza

Il foro di competenza, ossia il tribunale che ha diritto a giudicare un eventuale contenzioso fra le parti, è un altro fattore che segna la differenza fra il consumatore e il professionista. Nel primo caso, infatti, il foro competente è quello della città dove ha residenza il cliente che rivendica un torto; nel secondo, invece, il foro di competenza è quello della città presso la quale si trova la sede legale della parte che muove la causa. Inoltre la scelta del foro competente da parte del consumatore non è negoziabile ma si tratta di una regola inderogabile; nel caso dei professionisti possono esserci delle eccezioni purché, però, le stesse vengano chiaramente specificate all'interno delle cosiddette clausole vessatorie che sono un altro elemento molto importante che segna la differenza fra una categoria e l'altra. È fondamentale, quindi, capire con esattezza in che cosa consistano queste clausole che possono essere così vincolanti per il cliente, soprattutto quello di tipo professionale.

Che cosa sono le clausole vessatorie

Le clausole vessatorie sono tutte quelle regole che caratterizzano un contratto ma che segnano un grande squilibrio fra le parti, a vantaggio di una delle due. Per quanto riguarda tali clausole che sono contenute all'interno all'interno di un contratto stipulato con un consumatore, esse sono nulle perché non previste dalla legge e addirittura possono essere causa di multe molto salate (dai 5mila fino ai 5 milioni di euro) per l'e-commerce da parte delle Autorità competenti che, in questo caso, sono rappresentate dall'AGCM. Le clausole vessatorie, invece, sono totalmente legali nel caso della vendita a professionisti. Va però specificato che queste clausole sono possibili esclusivamente se sono accettate dal cliente e ciò deve avvenire per iscritto all'interno del contratto di vendita che deve essere siglato dalle parti. All'interno delle clausole vessatorie possono essere inserite anche delle modifiche per quanto riguarda il foro di competenza da interpellare nel caso di contenzioso fra le parti.

Che cosa cambia per il Regno Unito

Una delle novità più grandi che ha interessato sia il target dei consumatori che quello dei professionisti nell'ambito degli acquisti tramite e-commerce è quella relativa all'uscita della Gran Bretagna dall'Unione Europea. Come può questo fatto prettamente politico avere una ricaduta anche per i consumatori? In modo assolutamente preponderante in realtà. La Comunità Europea ha da tempo messo a disposizione una piattaforma chiamata ODR che serve proprio ai consumatori finali, ma anche ai professionisti e alle aziende, per dipanare le questioni legate ad eventuali problematiche per gli acquisti online che si concludono in ambito europeo. Ebbene, a partire dal 31/12/2020, ossia la data dell'entrata in vigore della cosiddetta Brexit, i clienti britannici così come quelli europei che acquistano su piattaforme del Regno Unito, non potranno più ricorrere a questa piattaforma in quanto proprio la Gran Bretagna non fa più parte della Comunità. Ovviamente tutti gli e-commerce sono tenuti a specificare nel dettaglio questa clausola all'interno dei termini e condizioni di vendita a cui si faceva accenno prima.

AGCM e la tutela dei consumatori

l'AGCM è l'Autorità che da oltre 30 anni si occupa di essere il garante ufficiale della concorrenza e dei mercati. Ovviamente questa realtà è anche quella che si occupa di vigilare sulla tutela dei consumatori. Infatti la sua autorità si estende anche al monitoraggio di eventuali pratiche di mercato scorrette, all'impiego di clausole vessatorie, alla pubblicità ingannevole per i consumatori e a molti altri aspetti che rientrano complessivamente nella tutela dei clienti. Per questo motivo l'AGCM è una realtà con la quale tutte le aziende, e in particolare gli e-commerce, devono fare i conti e rapportarsi, specialmente quando si tratta di termini e condizioni di vendita. Una qualsiasi irregolarità ravvisata da questa Autorità, infatti, potrebbe comportare la sospensione della licenza nonché pesanti multe amministrative. È fondamentale, quindi, che per la redazione dei termini e delle condizioni dei vendita del proprio e-commerce si faccia sempre riferimento alle indicazioni dell'AGCM.

Una soluzione molto semplice e veloce, oltre che efficace naturalmente, per gestire questo aspetto è quello di utilizzare i servizi offerti da Iubenda, un portale specializzato nella creazione automatica di contratti di vendita con termini e condizioni personalizzabili. Tanti i vantaggi che risiedono in questa strategia, visto che permette di creare i contratti di vendita in modo veloce e semplice, scegliendo fra tante opzioni differenti di clausole, tutte nel pieno rispetto delle normative attualmente vigenti. Spesso per curare questo aspetto le aziende, e gli e-commerce in particolare, ricorrono all'aiuto di avvocati specializzati. Questa soluzione, però, oltre ad essere particolarmente costosa, prevede anche dei tempi di realizzazioni molto lunghi. Grazie a Iubenda, invece, l'e-commerce ha completa autonomia della redazione delle bozze dei suoi contratti e può scegliere, oltre alle clausole, anche la lingua nella quale il contratto deve essere redatto. I contratti sono pre-impostati sul lavoro di avvocati specializzati in diritto internazionale e quindi sono assolutamente in linea con le normative della Comunità Europea. Una soluzione veloce e conveniente, quella di Iubenda, davvero alla portata di tutti.

Conclusioni

Aprire un e-commerce può essere la svolta che serve per dare impulso ai propri affari ma è importante che tutto sia in regola, soprattutto per quanto riguarda le linee guida dettate dall'AGCM. A tal fine, una strategia che può aiutare a fare un po' di chiarezza per quanto riguarda i contratti di vendita è legata al capire se il proprio target di riferimento, ossia la platea di consumatori, è composta da consumatori oppure da professionisti. Questa differenziazione, infatti, aiuta a capire quali siano i termini e le condizioni che si possono inserire nel contratto di vendita, nonché a quale regolamento tali operazioni devono afferire. Per evitare di incappare in pesanti multe, infatti, è indispensabile ricorrere all'aiuto di avvocati esperti del settore che possano aiutare a redarre le condizioni di vendita a prova di AGCM. In alternativa, per risparmiare tempo e denaro, Iubenda rappresenta la soluzione migliore in quanto consente di personalizzare il proprio contratto di vendita in autonomia, scegliendo le varie opzioni messe a disposizione dalla piattaforma, tutte assolutamente legali e verificate con attenzione.

Autore: Loris Modena

SENIOR DEVELOPER

Per Ind Loris Modena titolare di Arte e Informatica, inizia a lavorare nel settore informatico nel 1989 quale sistemista addetto alla manutenzione e installazione di sistemi informatici. Inizia a programmare per il web nel 1997 occupandosi di programmazione CGI in PERL e successivamente passando alla programmazione in PHP e JavaScript. In questo periodo si avvicina al mondo Open source e alla gestione di server Linux. 

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